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Plastica con fibre di bambù per uso alimentare: illegale anche in Italia.

Presentati spesso sul mercato come un’alternativa green a prodotti in plastica, gli oggetti in plastica contenenti fibre di bambù o similari, es. mais, in forma polverizzata e destinati a entrare in contatto con gli alimenti sono stati dichiarati illegali – e dunque non commercializzabili sul territorio nazionale – dal Ministero della Salute, che ha pubblicato in merito la nota n. 4238/2021 del 17 novembre 2021, indirizzata agli Assessorati alla Sanità delle regioni e province autonome, alle Associazioni di categoria e alle Associazioni di consumatori.

La scelta del Ministero si allinea a quanto già fatto da altri stati europei dopo il pronunciamento del 23 giugno 2020 da parte del gruppo di lavoro FCM (Food Contact Materials) della Commissione Europea e arriva a seguito delle numerose notifiche di allarme o respingimento alla frontiera pubblicate sul portale RASFF-Rapid Alert System for Food and Feed (65 dal 2019 a marzo 2021) riguardanti tali oggetti – per lo più piatti, tazze, bicchieri – nei quali sono state evidenziate cessioni di formaldeide e ammine aromatiche superiori ai limiti stabiliti dal Regolamento (UE) n. 10/2011 associate a potenziali rischi per la salute umana.

Questi prodotti ora banditi dal mercato non vanno tuttavia confusi con quelli in bambù naturale, la cui struttura non è modificata dalla combinazione con la plastica e possono, dunque, continuare ad essere utilizzati, purché rispettino i requisiti della normativa comunitaria e nazionale relativa al contatto con gli alimenti e venga osservato ogni criterio di igiene anche per evitare la formazione di muffe durante lo stoccaggio.

Il provvedimento porta alla ribalta il tema della sicurezza dei MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con gli Alimenti), regolata da una normativa complessa, in particolare per le imprese che intendono esportare nei paesi esteri.

ICIM Group si rivolge alle aziende dell’intero comparto food tech con una proposta integrata che include consulenza e supporto tecnico; numerose prove, analisi e test di componenenti e materiali (incluse prove di migrazione e cessione delle sostanze agli alimenti); dichiarazioni di conformità; fino alla certificazione volontaria secondo lo schema MOCA di ICIM SpA, unico accreditato in Italia.

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